Chatgpt è il protagonista e l’argomento più polemico del momento tanto che sembra che scopriamo l’intelligenza artificiale solo adesso che Chatgpt è emerso in modo clamoroso nel dibattito.
E tutti hanno un’opinione, a volte contraddittoria o interessata, come per esempio il geniale (lo trovo davvero geniale) Elon Musk che da un lato ha firmato una petizione per richiedere una pausa nello sviluppo di Chatgpt e allo stesso momento sta lavorando alla sua start-up d’intelligenza artificiale X.AI. Non sono un’esperta ma si intuisce che l’intelligenza artificiale rivoluzionerà nel bene (nel campo della medicina per esempio) e nel male (algoritmi non etici) le nostre vite e che difficilmente potremmo bloccarne l’avanzata sulla base della diffidenza o dello scetticismo. Non si può negare che faremo passi da giganti perchè dopo aver sintetizzato e creato, l’IA sicuramente arriverà al livello di proporre da sola cosa fare e aprirci orizzonti infiniti in tutti i campi, e portarci verso livelli inimmaginabili. Ricordiamoci che quando l’email è stato proposto alle aziende, praticamente tutte lo hanno deriso replicando che il fax era straordinario e svolgeva perfettamente la sua funzione.
Comunque é facile intuire che ChatGpt genererà una lotta fra Titani che proveranno a controllare tutto il campo (e il mercato) dell’intelligenza artificiale generando due fronti opposti: le aziende che la useranno a loro vantaggio e quelle che ne usciranno svantaggiate per il semplice fatto che non la usano o che sono troppo piccole. Le grandi IA influenzeranno e miglioreranno l’industria e i Titani avranno sicuramente quel nuovo potere industriale.
Un dato è certo: la tutela dei dati è fondamentale. Ma come si può controllare una macchina potentissima che ha accesso a tutto? Come fare per bloccare i dati privati dispersi nei social e nell’oceano che è internet? Come controllare un IA che si aggiorna un miliardo di volte al secondo? L’IA ha già superato il livello della raccolta e sintesi di tutte le informazioni disponibili per creare contenuti. Ma c’è di più: infatti è già stato depositato e usato il primo brevetto per le cosiddette “antenne evolute” nell’aerospaziale. In un mondo dove Jose Delgado negli anni 1950-1960 è riuscito a controllare un toro con un telecomando a distanza, dove Elon Musk prosegue col progetto Neuralink (un chip inserito nell’osso del cranio), si può temere che tutta questa capacità tecnologica sia usata per altri scopi poco etici (dare la direzione voluta all’informazione, alle elezioni, ai desideri della gente comune, al pensiero…) . Non so voi, ma io penso umilmente che forse una soluzione ce l’abbiamo noi consumatori e aziende: usare Chatgpt e l’intelligenza artificiale solo in quei campi neutri che portano un risultato straordinario a tutti in medicina, nelle energie rinnovabili, nel migliorare i servizi per i cittadini, nel velocizzare i processi che costano, eliminare i tempi d’attesa che sia per un ricovero o nel traffico… Non c’è dubbio che l’IA ha questa capacità. Ma dobbiamo resistere alla disinformazione e alla manipolazione. Così evitiamo di nutrire sempre di più, inconsapevolmente, quello che potrebbe rivelarsi un mostro dall’aspetto innocuo.
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