Sarà successo anche a voi in un supermercato di sentire il cassiere dire: mi dispiace, non ho il cambio, mi può pagare con la carta? Intendiamoci: finché i soldi sono veri e a meno che la legislazione sia cambiata (se siete esperti, grazie di illuminarci a proposito) non c’è l’obbligo di pagare piccole o piccolissime somme con la carta (fra l’altro pensavo che ci fosse una reticenza ad accettare le carte causa costo del pos). Poiché questa situazione tende a ripetersi, ho voluto un po’ capire il perché. Il cassiere, molto gentile, mi spiega che “è colpa della banca”. Nella confusione alla cassa, un altro mi informa che “però la banca ha ridotto la mensilità”. Il supermercato potrebbe quindi essere sempre più reticente ad accettare il contante. Ad onor del vero, altri supermercati sono ben lieti di farsi pagare in contante perché sta diventando una merce sempre più rara e ne hanno bisogno per ridare il resto (soprattutto alle persone anziane; mia nonna non vuole usare una carta perché si confonde o non ricorda il pin, il che la imbarazza molto in pubblico).
A mio umile avviso, tutti i mezzi di pagamento leciti devono essere accettati, soprattutto per le piccole somme, fosse solo per non ritrovarsi con resoconti bancari molto lunghi. Può succedere che non ci sia il resto ma deve essere un’ eccezione. Gli italiani, nonostante l’aumento dell’uso delle carte durante il picco del covid, sono ancora molto affezionati al contante. Inoltre cancellare il contante potrebbe creare situazioni drammatiche a chi, semplicemente, non ha una carta per varie ragioni: interdizione bancaria, debiti, parte di quella fascia della popolazione precaria senza un domicilio fisso, etc. Anche se c’è una infinità di applicazioni offerte dalle banche per controllare e dividere per categorie le proprie spese, si ha più la sensazione del “vero” costo quando lo si paga in contante. Lo si vede “passare” mentre con la carta si ha più l’impressione del denaro facile e più facilmente spendibile fino a spendere più di quello che si può. Quante volte scopriamo a fine mese di aver speso troppo con la carta?
Infine usare una carta ha un suo costo in termini di privacy: si possono tracciare le spese ed i modi di consumo e vita. Suona strano proteggere la privacy in tempo dei social dove spalanchiamo con gioia le nostre vite al mondo intero. Voler proteggere la propria privacy non significa affatto avere qualcosa da nascondere (cosa mai si potrebbe nascondere oggi?) ma solo essere più consapevole dei miliardi di dati che vengono usati e scambiati senza riconoscenza agli fornitori di quei dati. Si è parlato dei dati come dell’”oro digitale”. Infatti, consapevoli del valore economico dei dati, delle piattaforme e dei motori di ricerca, che pagano gli utenti per i loro dati, stanno emergendo e la tendenza arriva dagli Stati Uniti. Quindi è tutto legato: usare una carta o i contanti ha un risvolto sulla privacy ed ha un suo valore economico. Perché privarsi di quel diritto senza ricambio?
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