La riparazione: un mercato potenziale miliardario

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Editoriale
  • Commenti dell'articolo:0 commenti
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura

Questo weekend il forno non ne voleva sapere di funzionare. Il mio primo istinto è stato: ha quasi 10 anni, è normale, è tempo di sostituirlo. Ma prima ho chiesto l’intervento del nostro professionista riparatore di AssistApp  (www.assistapp.it) e il forno funziona di nuovo. 

Questo mi ha spinto ad una riflessione che in tempo di inflazione ed emergenza climatica ci può essere utile.

Mi sembra che il nostro consumo si basa su una triade: necessità (abbiamo un bisogno immediato o differito di un oggetto essenziale nella nostra vita, per esempio il frigorifero, la lavatrice…); desiderio (vogliamo l’ultimo oggetto appena uscito) e piacere (del palato, mentale, fisico, etc.). Certamente il marketing riesce quasi sempre a farci credere che l’oggetto del desiderio è in realtà necessario (alzi la mano chi non vorrebbe subito l’ultimo iPhone?). Una proposta di Direttiva pubblicata dalla Commissione UE per ridurre lo spreco ed aiutare i consumatori potrebbe essere un ottimo incentivo per prendere coscienza del fatto che dobbiamo agire per placare gli effetti del cambio climatico non solo sul pianeta ma direttamente nelle nostre tasche. In breve, si tratta di introdurre l’obbligo per le aziende a riparare gli oggetti. Già esiste la legge sull’obsolescenza programmata degli prodotti, cioè quando si rompono a fine garanzia. Fra le numerose iniziative delle associazioni di riciclo, citiamo il mercato dei giocattoli di seconda mano che sta esplodendo come quello degli oggetti vintage. Da segnalare per chi ama il lusso che Bottega Veneta sta per offrire la riparazione illimitata di certe borse. Il mondo della moda ha recepito che deve cambiare marcia. In Francia è stato lanciato il “bonus riparazione” degli apparecchi elettrici con un fondo di 410 milioni su sei anni (si… quattrocentodieci milioni!!). Si stanno moltiplicando in Europa i Repair Café emersi in Olanda già dal 2000 dove volontari abili con le mani riparano oggetti intorno ad un caffe. Momento solidale di relazione sociale ed ecologica. Le aziende e gli consumatori sono sempre più attenti all’economia circolare, al noleggio ed allo scambio degli oggetti e anche degli servizi. Gli studi del settore “riparazione” rivelano che quasi il 90% degli apparecchi potrebbero essere riparati ma solo il 40% si porta a riparare perché si preferisce comprare uno nuovo. Il mercato dellariparazione conosce una crescita incredibile, manca la manodopera, i salari sono alti e le formazioni portano ad un lavoro immediato e sicuro. Insomma, c’è speranza e ci sono molte piste di riconversione. La palla è nel campo degli consumatori e delle aziende.

Lascia un commento