L’educazione finanziaria ci salverà

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Come si può facilmente intuire, gli argomenti trattati nell’editoriale settimanale hanno tutti una pertinenza con i servizi che offriamo su AssistApp ma al di là di questo, mi preme abbordare i soggetti che riguardano tutti e, chissà, aprire una nuova prospettiva. La nostra preoccupazione maggiore al momento è l’inflazione. La sentiamo tutti nella nostra vita quotidiana, nel nostro carrello della spesa ma non la subiamo tutti in modo uguale, ovviamente. Chi ha il cosiddetto “risparmio di precauzione”, cioè risparmi da parte per gli imprevisti, potrà gestire un imprevisto intaccando quel risparmio. Gli italiani sono campioni del risparmio. Siamo molto bravi. Ma chi non ha risparmi potrebbe dover indebitarsi presso la famiglia o una banca con tassi sempre più alti. 

Da dove cominciare per evitare questa situazione? La buona salute finanziaria comincia obbligatoriamente da una gestione delle spese che porterà ad un certo livello di risparmio. Chi non ha un’entrata fissa mensile si trova in difficoltà e può pensare che non è possibile risparmiare, eppure un’educazione finanziaria minima gli avrebbe insegnato i primi passi della gestione. Anche 10 euro da parte al mese investiti al minimo possono rappresentare l’inizio di un capitale a lungo termine che sia per i figli  (per loro studi più tardi), per un’emergenza, per un viaggio o semplicemente per la serenità mentale. L’educazione finanziaria dovrebbe essere impartita a scuola ed avremmo adulti responsabili delle loro finanze. 

Eppure l’argomento soldi è particolarmente tabù sia nella coppia, in famiglia, fra amici, fra colleghi… Le donne in particolare non vogliono o non pensano alla gestione e delegano. A volte, all’occasione di un eredità, si scoprono debiti o fallimenti nascosti che mettono a repentaglio tutta la famiglia. Si sa che in caso di divorzio, ci si impoverisce, più particolarmente le donne, come lo dimostrano numerosi studi. In effetti, anche quando vige la parità minuziosa nelle spese delle coppie, le donne rimangono quelle che crescono i bambini (e non fanno carriera), quelle che spendono nel “deperibile” e l’economia domestica (cibo, vestiti…) ma non sempre nel “solido” come il mutuo, la macchina, beni che rappresentano un capitale e che le donne avranno difficoltà a sostenere da sole. Succede spesso che chi ha più reddito rimanga o diventi l’unico proprietario dell’appartamento perché è più in grado di sostenere spese più alte. Una garanzia anche per la banca che ha erogato il mutuo. Anche se questi beni fossero venduti e divisi, è provato che è più complicato per le donne ottenere un mutuo e ricomprare una loro  proprietà. Va sottolineato però che quasi sempre la casa va al genitore col collocamento prevalente dei figli e nella stragrande maggioranza sono le mamme. Ma che succede quando i figli crescono e lasciano il nido? 


Succede purtroppo che padri, ed è altrettanto drammatico, si impoveriscano per causa divorzio e subsequente mantenimento dei figli. Quindi non c’è una sola lettura definitiva dei problemi che insorgono quando una famiglia si spezza e, a sentire gli amici divorziati, si può essere vittima e carnefice allo stesso momento. Ma una cosa è sicura: parlare dei soldi dall’inizio, fare i conti, partecipare in egual ed equa misura alla creazione del capitale, dare un valore economico a chi sacrifica la sua carriera per crescere i figli e così aiuta l’altro/a nella sua carriera, può fare risparmiare a tutti i livelli: mentali, familiari, affettivi, non solo di soldi. Ma ovviamente ci auguriamo che l’amore duri per sempre… C’è un altro problema molto serio dove la gestione finanziaria diventa cruciale: il mantenimento dei nostri genitori anziani. Non tutte le famiglie e non tutti nostri anziani mettono in conto la spesa da affrontare per accudire le persone anziane, soprattutto quando è necessario rivolgersi ad un RSA. Torneremo su questo. Io, nel mio piccolo, condividerò ogni tanto qualche modesto consiglio finanziario che mi ha fatto riflettere, sperando che vi possa essere utile.

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