L’oro blu

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Editoriale
  • Commenti dell'articolo:0 commenti
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura

Quando si parla di cambio climatico, due campi si affrontano a muso duro con i propri argomenti. Non cerco di convincere nessuno ma ci sono fatti tangibili, innegabili che ci devono allarmare: i nostri vicini (Spagna, Portogallo e Francia) hanno registrato temperature alte storiche nel mese di aprile che non lasciano presagire niente di buono per l’estate. Anche da noi in Italia, è prevista un’estate  davvero caldissima accompagnata da un deficit dell’acqua, l’oro blu.

Il dibattito è molto acceso in Spagna dove gli agricoltori a secco vorrebbero aumentare la superficie per le serre erodendo Doñana, una delle più grandi riserve umide di biodiversità in Europa, anche se già il 60% delle sue lagune si sono asciugate negli ultimi 30 anni. Inoltre le regioni spagnole lanciano il piano per affrontare il caldo estremo molto prima del previsto.

In Francia, davanti alla scarsità dell’acqua, le prefetture impongono restrizioni a quelle aziende che hanno bisogno dell’acqua per funzionare, come per esempio, i lavaggi auto.

Sembra una corsa folle verso l’acqua e i toni non sono amichevoli fra le parti. Sorge spontanea, come si dice, la domanda: come potrebbero essere toccate le aziende che usano la risorsa più essenziale che abbiamo: l’acqua? E le dighe idrauliche a secco che non produrranno elettricità? La lista degli esempi che dimostrano che Il cambio climatico è sempre più invasivo nelle vite di tutti, aziende e consumatori, e che ci costerà sempre di più, si allunga di giorno in giorno.

Per fortuna, qualche via per alleviare la problematica esiste ma richiede uno sforzo da parte di tutti. Le aziende stanno, piano piano, rivalutando il loro modello di produzione e sicuramente lo Stato farà la sua parte in questa transizione. Se ne parla già molto ma il passo è lento vista l’emergenza.

Noi consumatori, una volta sentiti sulla nostra pelle il caldo soffocante o il freddo terribile, in congiunta al costo crescente dell’adeguamento dell’economia (l’industria probabilmente spalmerà parte del costo della transizione sui consumatori), arriveremo alla conclusione che dovremmo consumare meno e meglio, soprattutto l’acqua. Speriamo presto.

Lascia un commento